Leggendo "Coltivare le connessioni" ho sviluppato un sacco di idee e di pensieri, ma anche alcuni dubbi. Mentre cerco di fare ordine nella mia mente supermegaincasinata vi espongo le prime considerazioni alle quali sono arrivata.
Nella mia inesperienza, pur ritenendomi una persona molto aperta alle novità, ho leggermente timore della rete. In questi ultimi giorni vi ho trovato cose molto interessanti e posso dire di aver per la prima volta cominciato ad interagire in modo molto più profondo con essa. Può darsi che questo sia solo un mio problema ma mi è capitato anche di perdermi nella rete...solo muovendoti in essa ti puoi accorgere di quanto sia grande e piena di lacune. Per trovarci qualcosa a volte impiego decine di minuti, per non parlare del fatto che se non sono convinta di quello che cerco il rischio di perdermi aumenta e non di poco.
In una società come la nostra vorremmo avere tutto pronto e spiattellato in ogni istante senza dispendio di energie e di idee e invece, affinchè il lifelong learning funzioni, siamo costretti a tornare sui nostri passi e ricominciare a riflettere su cosa c'interessa davvero.
Stiamo parlando di coltivare le connessioni...mi piace la parola "coltivare"...mi ricorda qualcosa da curare, da crescere e da seguire. La parola è perfetta per spiegare come ci dovremmo comportare di fronte a questa novità: dobbiamo cambiare, smettere di correre alla ricerca di niente e riflettere molto di più sulla conoscenza che dovremmo costruire e sulle nostre aspettative.
Solo così le nostre connessioni possono crescere forti.
Brava giulia, bella l'idea di rimettere in discussione i proprii interessi!
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